Stampato: 20sett99_FOTO SHOP di MAGGIORELLI MARCO 9
Descrizione
Era il 20 settembre, ancora una giornata estiva, al rientro dal mare. Sono in auto con mia sorella Cosimina, il marito e il figlio Roberto, fuori c'era mia zia Teresa ma non è venuta nello scatto.
Io e mia sorella lavoravamo insieme in un albergo a Rimini, lei era in sala e nelle camere, io nelle camere e in cucina. In una giornata libera ne approfittammo per fare qualche giro e andammo a visitare l'Italia in miniatura.
La mia prima bicicletta, la parcheggiavo nella stanza da letto, avevo 21 anni. L'ho comprata con i miei soldi, mio fratello Antonio mi accompagnò a comprarla fuori Mesagne. L'ho usata tantissimo, c'ho fatto tanti chilometri, erano le mie gambe. Sia che lavoravo di giorno o di notte ci andavo sempre in bici.
I miei genitori si sono sposati all'inizio degli anni '50, e sono andati in viaggio di nozze a Milano, dove c'era Antonio, il fratello sarto di papà. I miei genitori hanno avuto momenti brutti e momenti belli, li ricordo in campagna in atteggiamenti dolci, si appartavano e papà massaggiava la mamma, quando litigavano però mio padre alzava le mani.
I miei genitori si sono sposati all'inizio degli anni '50, e sono andati in viaggio di nozze a Milano, dove c'era Antonio il fratello sarto di papà. I miei genitori hanno avuto momenti brutti e momenti belli, li ricordo in campagna in atteggiamenti dolci, si appartevano e papà massaggiava la mamma, quando litigavano però mio padre alzava le mani.
da destra: Clelia Vitale (mamma), Margherita Plenilunio, Teresa (amica mamma), Valerio De Punzio (figlio di Teresa)
Descrizione
Viaggio a Venezia, forse con la parrocchia. I miei non viaggiavano molto. A volte andavano a Novara per lavoro, lì c'era la sede centrale del Latte Verbano.
La mia amica Sonia viveva in Germania, l'estate con la sua famiglia tornava nella casa vicino alla nostra e passavamo molto tempo insieme. Ora la madre di Sonia è rientrata a vivere a Mesagne, mentre la mia amica è rimasta in Germania con il marito, anche lui mesagnese. Ancora adesso l'estate ci rivediamo e ricordiamo i giochi da bambine. Lei lì si trova bene ha un buon posto di lavoro. Io non riuscirei a staccarmi dalla mia famiglia, anche se tante volte ho fatto un pensiero ad andare via anch'io. Comunque non ho rimpianti io qui sto bene e mi fa piacere stare con i miei e aiutarli.
Siamo sulla prima auto di famiglia, una 127, quando ero piccola ricordo che amavo stare seduta al contrario per guardare dal vetro posteriore le altre macchine, e salutare insieme a mia sorella gli sconosciuti.
Questa foto potrebbe averla spedita, all'interno di una lettera, mia zia Lucia dalla Svizzera. Ci teneva a inviare le foto a mia madre e alla nonna per far vedere come crescevano i figli. Qui ha in braccio mia cugina Marilena, adesso lei è venuta a vivere a Mesagne perché è molto legata al posto e ai nostri parenti, anche se al momento è disoccupata. Invece Fabio, suo fratello maggiore, è rimasto in Svizzera.
Qui mia zia non era ancora partita per la Svizzera, in questo periodo lavorava in campagna. Poi ha scelto di andare via per trovare una situazione lavorativa migliore, infatti è diventata un'assistente sanitaria in una casa di cura ed è stata molto felice.
Note
La data "MAR 71" è stampata sulla cornice della foto
Io e mia sorella Patrizia, io sono la più piccola. È il giorno del matrimonio di mio zio Elio, per questo l'auto su cui siamo poggiate ha una decorazione floreale. Siamo vicino la chiesa dei Domenicani dove c'è il cinema Ariston.
Rita Verardi (madre) e Patrizia Crastolla (sorella)
Descrizione
Mia madre e mia sorella stanno facendo una passeggiata a Brindisi, io ancora non ero nata. A Brindisi abita mia zia Antonia, sorella della mamma, quindi potrebbero essere andate in città per trovare la zia, un'abitudine che abbiamo sempre avuto. A me piaceva andare a Brindisi perché mi sembrava di vedere posti particolari, nuovi, il porto è molto bello.
In alto c'è il timbro: STAZIONE CARABINIERI REALI - MESAGNE. Il nome del documento è LASCIAPASSARE. Di fianco alla voce "a destinazione" c'è scritto a penna: Brindisi. E a seguire sono compilati a penna tutti i dati della persona a cui è rilasciato tale documento, che ha validità 3 giorni.
Descrizione
Fronte e retro del lasciapassare a destinazione Brindisi di mio bisonno paterno. Evidentemente nel 1942 per spostarsi da Mesagne a Brindisi bisognava passare da una dogana ed essere muniti di lasciapassare. Leggo che il documento era valido per tre giorni.
da sin in alto: Cosimina Romano la sarta (cugina della sposa), Teresa Caramia (cugina della sposa), Dionisio Caramia (cugino sposa), Angelina Nina Scianaro (zia della sposa), Vittorio Franco (zio della sposa), Lina Romano (cugina sposa), Antonio Altavilla (cugino dello sposo), Addolorata Ratodda Molfetta (cugina sposo), Carmela Padula (sorella sposo), Umberto Scalera (marito Carmela), Scalera Antonio (figlio di Umberto e Carmela). In basso da sin: Lucio Carluccio (amico testimone di nozze), Concetta Franco (sposa), Vincenzo Padula (sposo), Teresa Franco (sorella sposa).
Descrizione
I miei genitori si sono sposati all'inizio degli anni 50, sono andati in viaggio di nozze a Milano, dove c'era Antonio, il fratello sarto di papà. Durante il matrimonio hanno avuto momenti brutti e momenti belli, li ricordo in campagna in atteggiamenti dolci, papà massaggiava la mamma. Quando litigavano papà era duro. Mia madre è morta molti anni prima di mio padre, venne trasferita nell'ospedale di Modena dove finì i suoi giorni. La bara arrivò a Mesagne sigillata, prima di morire l'hanno vista solo le mie sorelle Enza e Maria. Io per anni l'ho sognata come se fosse viva.
Note
In questa foto c'è anche mia zia Teresa, la sorella della mamma, qui era bambina e faceva da damigella, portava il velo e gli anelli.
Ricordo che a quei tempi nella stessa giornata ricevevamo i sacramenti della comunione e della cresima, al mattino la comunione e nel pomeriggio la cresima. Mia zia Teresa, ritratta nella foto all'estrema sinistra, indossa un'insolita borsa con un disegno egiziano, gliel'aveva regalata il cugino Rodolfo che viveva in Australia.
Anna Loredana Rizzo (madre), Antonio Dimonte (padre)
Descrizione
Credo fosse il giorno del fidanzamento ufficiale dei miei genitori. Per il fidanzamento, la madre del futuro sposo regalava i gioielli alla nuora, mia madre ha ricevuto un anello con una pietra blu e una colonna con un ciondolo a forma di cuore sempre di colore blu. Quando ero piccolina mia madre li indossava spesso e mi sono sempre piaciuti.
Il giorno della mia comunione, il vestito sono andata a comprarlo con i miei genitori e lo scelsi io, mi piaceva molto. Qui sono insieme ai miei cugini subito dopo la cerimonia, ci troviamo nel parco giochi vicino la chiesa di Sant'Antonio.
I miei nonni nel giorno del loro matrimonio, hanno avuto due figli, mio padre era il più grande e poi hanno avuto un seconda figlia femmina. Il nonno lavorava in campagna, aveva i suoi terreni e coltivava ulivi e vigneti. Abitavano di fronte casa nostra, stavamo sempre insieme, ogni giorno, solo la notte non ci vedevamo. Quando è morta la nonna che soffriva di diabete io avevo 6 anni.
Maria Luisa Carriero (zia paterna), Francesco Carriero (padre)
Descrizione
Mia zia e mio padre fecero la prima comunione insieme, fu una cerimonia molto semplice, non ci fu nessuna festa o rinfresco. Mia zia è sposata ma non ha figli. Abitiamo tutti vicini in zona via Indipendenza. Io sono l'unica nipote.
Il giorno dell'inaugurazione della Casa per la maternità, un asilo nido all'avanguardia voluto da mia suocera, Donna Letizia. I politici di allora parteciparono all'inaugurazione, era un'opera molto prestigiosa per l'epoca, la città fu riempita di manifesti pubblici da parte del Comune, in cui si invitava la cittadinanza a partecipare alla cerimonia.
Il giorno dell'inaugurazione della Casa per la maternità, un asilo nido all'avanguardia voluto da mia suocera, Donna Letizia. A quel tempo non esisteva niente lì, era un grande terreno posto di fronte uno stabilimento di pozzi.
da sinistra la moglie di zio Francesco, Franca (cugina paterna), Francesco (fratello papà), Gino o Johnny figlio di zio Francesco, Adelina (testimone), Gino Crastolla (padre) e Rita Verardi (madre), matrigna del padre, gli ultimi 2 a destra Stella Crastolla (sorella papà) e Antonio (zio). I bambini sono figli di zio Antonio
Descrizione
I miei genitori nel giorno del loro matrimonio. A quei tempi mio padre già lavorava come stagnino all'interno della Base Usaf Nato di San Vito dei Normanni. La foto è stata scattata nei locali della chiesa di Sant'Antonio, dove ha avuto luogo il ricevimento. Mentre il matrimonio è stato celebrato nella chiesa di Santa Maria in Betlemme.
Note
Mio padre aveva tre fratelli. Mia madre aveva 8 fratelli.
Scritto a penna “ricordandovi sempre della vostra commare – Pietro e Maria – Mesagne 2 Dicembre 1946. Carta ferrania
Descrizione
Foto in posa nel giorno del matrimonio di un mio prozio. I due sposi sono stati i padrini di battesimo di mia madre. Infatti nella dedica sul retro Maria si firma "commare". La donna che fa da madrina nella cerimonia del battessimo, è per il battezzando la comare.
Una mia prozia, Amelia Santoro, con parenti e amici nel giorno delle nozze. Ho un'altra foto simile su cui c'è scritta a penna la data delle nozze e i nomi Peppino Amelia.
La bambina è mia madre, non so altro di questa foto. Dall'età di mia madre posso risalire all'anno della foto, e dallo sfondo direi che si tratta della Chiesa Mater Domini.
si intravedono Vito Galasso (bisnonno), Carmela Galasso detta Melina (mamma)
Testo sul Retro
Scritto a penna: "MESAGNE 18/10/1953 - Al caro zio Vito e famiglia"
Descrizione
Non appartiene alla mia famiglia, ma era tra le nostre foto perché c'era una parentela con lo sposo, inoltre nell'immagine compaiono mia madre e suo nonno Vito.
Mesagne, via Epifanio Ferdinando 71, casa bisnonno materno
Persone
sulla sinistra Vito Galasso (bisnonno), Antonia Riezzo (sorella della bisnonna), Carmela Galasso detta Melina (mamma), Vincenza Riezzo (bisnonna), Lucia Galasso (nonna)
Descrizione
Lo stendardo posto alle spalle dei miei parenti, era stato appeso in occasione del Palio dell'Immacolata avvenuto una sola volta presso la parrocchia del nostro quartiere, la Santissima Annunziata.
Mia madre, insieme ai suoi cari, si trova nella sala d'ingresso della casa dei miei bisnonni, era un ambiente molto grande, con una volta enorme. Erano tutti devoti, alle loro spalle c'è un quadro che ritrae il cuore di Gesù. Mi viene da notare anche le felci, piante che tuttora continuano a decorare la nostra casa.
Prima comunione dei cugini di mia madre. Allora non c'erano classi di catechismo, ma il sacramento della comunione veniva concesso in maniera privata, anche a bimbi di età diversa appartenenti alla stessa famiglia.
Operai in posa. La foto apparteneva a mio nonno. Probabilmente risale al periodo in cui lavorava alla Caproni, una delle più importanti aziende aeronautiche italiane. Fondata da Giovanni Battista Caproni, dopo alterne vicende durante gli anni trenta assunse le dimensioni di un vero e proprio gruppo industriale.
a destra Giovanni Cervellera detto Nino (zio materno)
Descrizione
Zio Nino non è mai più tornato dalla Seconda Guerra Mondiale. Mia madre è morta disperata per non aver avuto più sue notizie, aveva fatto una ricerca attraverso il Ministero ma niente. Di recente io ho fatto una nuova ricerca ed ho trovato la data della sua morte e il luogo, però mia madre è morta senza aver saputo nulla. Zio Nino durante una licenza sposò una ragazza calabrese che si portò qua a Mesagne e sta ragazza aspettò che lui tornasse, ma non tornò mai e alla fine disperata andò via. Mia madre per anni cercò sta tipa che era andata a finire in Toscana perchè si era rispostata, per cui aveva avuto un'autorizzazione a nuove nozze. Mia madre andò a trovarla in Toscana perchè andavano d'accordo, era una brava ragazza. In casa, nella stanza di mia madre c'era una fotografia di Zio Nino, che ha accompagnato la mia infanzia, era una faccia bella, sognante, questi occhi dentro cui ci si riusciva a perdere, e sto zio era un mito, lo aspettavamo: arriverà? tornerà?
Maria Carmela detta Marilena Manzo (mamma) con la sua classe (3^ media) con i professori Rizzo (disegno), Elena Calò (Lettere), Elisabetta Montagna (musica), Galasso (matematica)
Testo sul Retro
Firme degli insegnanti.Timbro del fotografo “Foto Stampa Giuseppe Cisaria, Corso Garibaldi 54- Ostuni 19 APR 1959 (BR)-Reportage per la Gazzetta del Mezzogiorno [...]”
Descrizione
Foto della classe terza media di mia madre. La scuola è la Maya Materdona.
Il titolare si chiamava Tonino, una persona stupenda, mi ha dato molto fiducia, aveva rispetto per tutti, non parlava male di nessuno, non parlava di politica o di calcio per evitare discussioni. Purtroppo è morto di tumore anni fa.
Il nome del ristorante è Babette che era un'italiana che andò in Francia e da lavapiatti è diventata una cuoca famosa e i francesi la ribatezzarono Bavette. In questo ristorante ho lavorato diversi anni. Anche io come Babette ho iniziato come lavapiatti e sono diventata cuoca, ero a mio agio, ero al posto giusto al momento giusto. Da Egidio avevo già fatto qualche esperienza in cucina ma da Babette è stata l'esperienza più importante, mi riusciva cucinare bene. Io mi occupavo dei secondi, da Babette erano specializzati in pesce.
Questo è l'ingresso del locale da Eigidio, c'era il bar, è stato uno dei primi ristoranti di Mesagne che faceva matrimoni e ricevimenti, aveva una parte al chiuso molto grande, e un giardino piccolo con un po’ di verde dove si potevano fare le foto. Adesso è cambiata la gestione. Sul bancone frigo mi sarò seduta al volo, ero un furetto, correvo da una parte all'altra, mi arrimpicavo dappertutto.
Note
Sul bordo della foto c'è stampata la data: sett 90
la seconda da sin Paola Padula, i proprietari dell'hotel e lo staff della cucina
Descrizione
Ho lavorato in un albergo a Rimini per due anni, ero impegnata durante le vacanze di Pasqua, e per la stagione estiva. I proprietari dell'albergo volevano che io rimanessi a lavorare e vivere in casa con loro tutto l'anno. Preferii tornare a Mesagne, spinta anche da mia sorella gemella Francesca.
Ricordo che la bacinella si trovava nella stanza da letto dei nonni, e mia nonna mi diceva che la usava il dottore per lavarsi le mani dopo che la visitava. Nella casa dei miei genitori abbiamo come ricordo una bacinella della nonna, più moderna di quella presente in questa foto. E' rosa ed ha uno specchio dalla cornice dorata, è molto bella.
Mesagne, via Castello 11, officina e autolavaggio Crovace
Persone
da sinistra De Francesco (vigile urbano, amico del nonno), Angelo Crovace (nonno), Romolo Passaro (addetto al lavaggio delle macchine), Brunello Vinci (meccanico)
Descrizione
Il meccanico Brunello parlava bene l'inglese e la sua presenza era molto utile per avere clienti tra i soldati della Base U.S.A.F. di San Vito dei Normanni. Sua moglie era tedesca.
Mesagne, via Castello 11, officina e autolavaggio Crovace
Persone
Angelo Crovace (nonno), signor Rini detto Caccavella (conoscente del nonno)
Descrizione
Il signor Rini, amico del nonno, era conosciuto in paese come Caccavella, lavorava in banca e all'esattoria. Il nonno era una persona piacevole, il dialogo nella mia famiglia è sempre stato importante. Mio nonno teneva molto alla nostra istruzione e ad essere curiosi e a interessarci di tutto, la politica, lo sport, la pesca. Era molto emancipato soprattutto rispetto alla considerazione che aveva della donna.
Mesagne, via Castello 11, officina e autolavaggio Crovace
Descrizione
Prima che nascesse l'autolavaggio, affianco all'officina vi era un'autorimessa, nella quale venivano a posteggiare l'auto la notte. I clienti erano abitanti della zona, benestanti che si potevano permettere una o anche due macchine e di poterle anche posteggiare in un garage a pagamento.
Mesagne, via Castello 11, officina e autolavaggio Crovace
Descrizione
Mio nonno viaggiava molto era curioso e le novità che scopriva cercava di proporle nel suo paese. Era sempre ottimista e intraprendente, un vero imprenditore. Rischiava sempre e spesso gli andava bene. L'autolavaggio nacque nel 1955 e all'epoca era l'unico a Mesagne. La clientela era per lo più composta dai professionisti e dalla gente più in vista e benestante di Mesagne.
Note
Il modello dell'auto è: Fiat 1100 103 H. L'auto è targata Lecce, tra i clienti dell'autolavaggio e dell'officina c'erano anche delle persone che venivano apposta dal capoluogo salentino.
Mesagne, via Castello 11, officina e autolavaggio Crovace
Persone
da sinistra Romolo Passaro (addetto al lavaggio delle macchine), Antonio Zofradetto Tonino (meccanico), Angelo Crovace (nonno), Cosimo Vinci (meccanico)
Descrizione
Questa fotografia probabilmente è una testimonianza di un lavoro particolarmente impegnativo, di cui andavano fieri mio nonno Angelo e i suoi meccanici di fiducia.
Operaie lavorano i carciofini nel piccolo stabilimento di Antonio Campana detto Nuccio, mio padre. La fabbrica era situata in via Oberdan, i carciofi venivano inscatolati al naturale, era una prima lavorazione per essere venduti ad altre aziende. Le scatole in latta in cui venivano conservati i carciofi credo fossero quelle che si intravedono sullo sfondo della foto.
Mia madre da ragazzina, era costretta ad avere i capelli lunghi perché piacevano a mio padre, li ha avuti lunghi fino al sedere, li raccoglieva a tuppo. Solo quando si ammalò li tagliò.
Scritto a penna: alla mia Emilia con affetto Clelia
Descrizione
La mamma ha lavorato con mio padre fino agli anni '70, dopo mio padre ha ingrandito l'attività e ha potutto permettersi di pagare dei dipendenti. Poi ha fatto la casalinga. Cucina molto bene, il mio piatto preferito è la sua pasta al forno. Qui credo sia ancora a casa di suo padre a Latiano, dietro la foto mia madre ha scritto a penna una dedica a sua sorella Emilia.
Timbro che riporta la data e i riferimenti dello stufio fotografico: 13 SET. 1958 Cine Foto Ottica SAVARESE BRINDISI tel.1809 Succ.le MESAGNE
Descrizione
Zia Emilia era la prima dei quattro fratelli di mia madre. Lei e zio Nino sono nati dal primo matrimonio, zia Margherita e zia Ada dal secondo. Mia madre è nata per ultima dal terzo matrimonio di mio nonno. Era molto affezionata a mio padre e gli ha dato una mano anche economica quando ha avuto bisogno. Era infermiera, si è sposata in età avanzata a San Cosimo e si fece accompagnare in chiesa da mio padre.
Mia madre ha vissuto a Latiano fino al 1960, anno in cui si è sposata. Suo padre aveva terreni in campagna nei quali coltivava tabacco e grano, credo che facessero la farina. Erano tempi in cui si barattavano i propri prodotti con quelli degli altri. Mio nonno si è sposato tre volte e mia madre è figlia della terza moglie. Io non ho conosciuto i nonni materni perchè se ne sono andati prima della mia nascita.
Nel 1961 mio padre non era ancora sposato, credo lavorasse già alla base NATO come stagnino. Mio padre racconta che si trovava bene a lavorare lì, lui ed altri uomini di Mesagne che facevano altri mestieri, tipo cuochi o tecnici vari, lavoravano presso le famiglie americane che abitavano nella base NATO.
Mio nonno era una persona molto semplice, però nelle occasioni speciali si vestiva bene. Mio nonno parlava in dialetto con molta calma, una volta mi ha cantato la canzone "chi non lavora non fa l'amore".
La donna al centro è Donna Letizia Brandi (suocera)
Descrizione
Donna Letizia ha cresciuto mia moglie come una mamma ed abbiamo vissuto insieme fino ai suoi ultimi giorni. È diventata cieca a 94 anni, ed ha vissuto fino a 100. È stata una donna molto buona e discreta che ha portato avanti le opere di carità del marito Vincenzo Cavaliere. Io e mia moglie cerchiamo di rispettare il pensiero di Donna Letizia che si fonda sulla modestìa e la riservatezza.
Mio suocero era un farmacista, suo padre era un proprietario terriero, aveva un'azienda dove sorge oggi il centro commerciale Auchan. Vincenzo Cavaliere è stato un uomo molto distinto.
Scritto a penna: “A chi solo può avere il mio ricordo – Nina S.” . Carta fotografica Gevaert
Descrizione
Angela la mia prozia si faceva chiamare Nina. Qui posa davanti all'obiettivo e regala il suo sorriso a chi solo poteva ricevere questa sua foto-ricordo, come lei stessa scrive nel retro della foto.
Foto di famiglia davanti alla rimessa dove si trovavano i carri e i cavalli della famiglia Profilo, per la quale il bisnonno lavorava come cocchiere. La via è Epifanio Ferdinando, la chiamavano "lu buriu dilli signuri" il borgo dei signori perché ci abitavano tante famiglie nobili e benestanti come: Martucci, Murri, Cavaliere, Profilo, Candido... Ma c'erano anche famiglie più umili, la convivenza era serena, allora c'era molto rispetto reciproco. Lo scatto è stato realizzato per essere inviato al figlio Uccio che era in guerra. Di Uccio non si avevano più notizie, solo l'autunno scorso abbiamo scoperto che è morto in un campo di concentramento in Austria nel 1945, aveva 25 anni.
Letizia Franco e Maria Franco (cugine della bisnonna), Lucia Galasso (nonna da bambina), Antonia Riezzo (sorella della bisnonna), Vincenza Riezzo (bisnonna), Cosima Galasso (sorella della nonna), Ida Franco (sorella delle altre Franco)
Testo sul Retro
Scritto a penna: "anno 1916"
Descrizione
Questa foto fu scattata per volere del bisnonno Vito, che si trovava al fronte durante la guerra '15 - '18.
Lucia, la nonna da bambina, ha le mani in una posizione innaturale per mostrare l'anellino al dito che le era stato appena regalato.
da sin in alto Francesco (zio materno), Ida Guarini (nonna materna), Vincenzo (nonno materno), Carmela (zia materna), in basso da sin Antonietta (madre), Luisa (zia materna)
Descrizione
Quando mia madre stava per finire la scuola elementare, la maestra chiese ai miei nonni di farla andare avanti negli studi, ma le sorelle maggiori si opposero perché loro non avevano continuato. La maestra ci rimase male. In questa foto mia madre indossa la sua prima borsa, ne era molto fiera.
Note
La descrizione della foto è a cura di Simonetta Dello Monaco, figlia di Antonietta De Bonis
Qui mio padre aveva 14 anni, so che da ragazzo ha dovuto occuparsi della faccende di casa perché i suoi genitori lavoravano entrambi. Il padre lavorava in campagna con il cavallo. Quando lui era piccolo la madre lavorava in campagna, poi ha aperto un negozio di alimentari.
Qui sono nel mio cesto preferito, ce l'ho ancora in casa dei miei genitori e lo uso. Ci metto dentro i peluche dei miei figli. Ricordo che mi divertiva giocarci dentro.
Mesagne, via Torre S.Susanna, prima casa di famiglia
Persone
Giovanni (fratello), Patrizia (sorella), Marcello (cugino da parte materna)
Descrizione
Mi colpisce in questa foto che i bambini sono vestiti molto eleganti, hanno addirittura le cravatte anche mia sorella, ma non saprei dire che occasione fosse.
So che è una cugina di mio padre, ma nient'altro, l'ho scelta perché è antica. Sono l'unica in famiglia che ci tiene a queste foto, le ho recuperato personalmente da casa di mia nonna.
Scritto a penna: I piccoli del reparto maternità inviano il loro primo saluto alla loro benefattrice. Ospedale Civile Mesagne.
Descrizione
Mia suocera fornì anche l'attrezzatura al reparto ginecologia dell'ospedale civile di Mesagne. Tanto è vero che dietro c'è una scritta di ringraziamento da parte dei neonati ritratti.
La signora vestita in nero è Donna Letizia Brandi (mia suocera)
Testo sul Retro
Scritto a penna: Casa Onmi "Vincenzo Cavaliere" Mesagne Natale 1957
Descrizione
La casa per la maternità durante il Natale. Mia suocera, Donna Letizia Brandi, è stata una donna molto buona e discreta che ha portato avanti le opere di carità del marito Vincenzo Cavaliere. Tra queste la costruzione della casa per la maternità, era un asilo nido, c'era il pediatra, tutto il necessario per la prima infanzia e le neo mamme.
Mia suocera, Donna Letizia Brandi, è stata una donna molto buona e discreta che ha portato avanti le opere di carità del marito Vincenzo Cavaliere. In questa foto l'inaugurazione della Casa per la maternità, frutto della sua generosità. Era un'opera molto prestigiosa per l'epoca, la città fu riempita di manifesti pubblici da parte del Comune, in cui si invitava la cittadinanza a partecipare alla cerimonia.
Nella giornata inaugurale della Casa per la maternità c'erano già i bambini perché l'evento è avvenuto ad attività avviata. Era un asilo in cui c'era anche un pediatra e assistenza per le madri, una struttura molto moderna per l'epoca.
Una cugina di mia madre, fotografata in studio. Sicuramente le avranno chiesto di posare in questo modo poco naturale. A quei tempi era raro avere una macchina fotografica molti si recavano negli studi fotografici per fermare un ricordo.
In questa foto riconosco mio nonno che ha lavorato come operaio nello stabilimento vinicolo di Castel Acquaro. La famiglia di mio nonno ha vissuto lì dal 1953 al 1958. Castel Acquaro era un borgo di proprietà dei Marchesi Granafei, in cui vivevano una sessantina di persone.
Il retro è come quello di una cartolina, c'è stampata la marca Ferrania. Sulla sinistra c'è scritto a penna: con affetto dedichiamo al compare Ubaldo e famiglia questa foto del piccolo Cosimuccio mesi 9 e 1/2. Compare Pietro e Maria Malvindi. Lì 16/7/954
Descrizione
In quegli anni si usava regalare le foto ai propri cari o agli amici. L'immagine veniva stampata come una vera e propria cartolina, non sempre per essere spedita, spesso per essere regalata di persona. Ecco perché tra le foto della mia famiglia ce ne sono molte come questa, se non fosse per la scritta sul retro non è detto che mia madre ricordi chi fosse la persona ritratta.
Mia madre era incinta di mia sorella. A Mesagne oltre alla pasquetta si usa festeggiare il giorno successivo denominato "pasconi" o la madonna della grazia. In entrambi i giorni si fa una gita fuori porta, spesso si mettono su bancarelle, giostrine per i bambini e alla sera si sparano i fuochi d'artificio. Qui potrebbe essere presso la chiesetta della Grazia nella quale in quel giorno si celebra anche messa. Nella chiesa c'è un quaderno nel quale si può richiedere per iscritto la grazia che si vuole ricevere.
Note
La chiesa della madonna della grazia si trova in una campagna privata in cui la famiglia che ci vive per tradizione accoglie le persone.
Qui sono affianco ad un albero di pesche, allora lavoravo a giornata in campagna, facevo l'imballatrice di cassette di pesche d'estate. Negli altri periodi dell'anno raccoglievo le olive, vendemmiavo, raccoglievo il tabacco e lo infilavamo nelle cordate.
Lucia è vestita a festa, ci ha sempre tenuto a stare bene, si curava fino agli ultimi anni della sua vita, riceveva la parrucchiera e l'estetista a casa. L'abito è stato cucito da Teresa. Da giovane lavorava in campagna, spuddimava in primavera: si cercavano i germogli nella vite e si toglievano le foglie intorno per dare forza al germoglio di crescere. Spampanava in estate: l'uva è nata e si tolgono li pampini, una pulitura dei nuovi germogli in modo che l'uva nata venga nutrita bene e coperta dalla foglia.
Note
La descrizione della foto è stata fatta da sua nipote Paola Padula con il supporto di Teresa Franco, sorella di Lucia.
Mesagne, via Castello 20, sede Associazione Giuseppe Di Vittorio
Descrizione
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Mingolla Ricci. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Mesagne, via Castello 20, sede Associazione Giuseppe Di Vittorio
Descrizione
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Mingolla Ricci. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Mesagne, via Castello 20, sede Associazione Giuseppe Di Vittorio
Descrizione
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Mingolla Ricci. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Crovace Capitanio. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Crovace Capitanio. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Crovace Capitanio. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Falces. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Falces. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Maggiorano. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Rubino. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Rubino. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Falanga. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalle famiglie degli anziani che frequentano l'AUSER di Mesagne. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalle famiglie degli anziani che frequentano l'AUSER di Mesagne. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Mesagne, via Castello 20, sede Associazione Giuseppe Di Vittorio
Descrizione
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Stoppa. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Mesagne, via Castello 20, sede Associazione Giuseppe Di Vittorio
Descrizione
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Stoppa. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Mesagne, via Castello 20, sede Associazione Giuseppe Di Vittorio
Descrizione
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia Stoppa. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Mesagne, via Castello 20, sede Associazione Giuseppe Di Vittorio
Descrizione
Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalla famiglia De Milito e Galasso. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Mesagne, via Castello 20, sede Associazione Giuseppe Di Vittorio
Descrizione
Nel cesto sono custodite le foto della famiglia di Anna Lucia De Milito. Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalle famiglie di Mesagne. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Mesagne, via Castello 20, sede Associazione Giuseppe Di Vittorio
Descrizione
Nel cesto sono custodite le foto della famiglia di Anna Lucia De Milito. Daniele Guadalupi e Paola Crescenzo raccolgono informazioni sulle foto donate dalle famiglie di Mesagne. Notizie utili a costruire l'archivio della Banca Cittadina della Memoria.
Mesagne, via Castello 20, sede dell'Associazione Giuseppe Di Vittorio
Descrizione
Il drammaturgo Francesco Niccolini conduce il laboratorio di narrazione. Il gruppo lavora alla creazione di storie da raccontare durante la prima edizione della Festa delle storie.
Il bisnonno, Vito Galasso lavorava presso i Murri come cocchiere. Don Silvio Murri era avvocato, aveva un legame molto forte con Vito, così come i tre figli Carlo, Maria e Roberto.